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Impatto Psicologico della Depressione in Seguito a Infortuni sul Lavoro

Impatto Psicologico della Depressione in Seguito a Infortuni sul Lavoro

Recenti studi condotti dall’Università di Padova mettono in luce una crescente esposizione ad ansia e depressione tra le vittime di infortuni sul lavoro. Oltre ai disturbi fisici, emergono chiaramente difficoltà legate all’organizzazione, alla concentrazione e alla memoria, fattori che complicano il pieno reinserimento nel contesto lavorativo. Gli esperti sottolineano la necessità di criteri esaustivi per valutare tutte le conseguenze di un incidente sulla salute, compresi gli esiti psicologici ed emotivi.

I risultati di quattro studi distinti mostrano che le vittime di infortuni sul lavoro presentano una sintomatologia post-traumatica elevata. In particolare, il secondo studio, con un campione più ampio, evidenzia la maggiore vulnerabilità a disturbi d’ansia e disturbi depressivi nelle persone colpite da incidenti sul lavoro. Non solo, ma la sintomatologia post-traumatica sembra influenzare negativamente le abilità di gestione dello stress e la capacità di concentrarsi.

Ulteriori indagini rivolte all’analisi cognitiva rivelano disturbi nelle abilità di organizzazione, controllo di strategie di azioni flessibili, concentrazione e memoria nelle vittime di incidenti sul lavoro. Queste competenze sono fondamentali per un’adeguata prestazione lavorativa e per un rapido e efficiente reinserimento sociale e lavorativo.

Parallelamente, uno studio correlazionale condotto su un gruppo di vittime di incidenti sul lavoro mostra un’associazione tra sintomatologia post-traumatica, disfunzioni cognitive e attivazione fisiologica emozionale durante la rievocazione dell’incidente. Le vittime con una maggiore sintomatologia post-traumatica hanno riportato prestazioni inferiori in compiti che misurano l’attenzione e la capacità di concentrazione.

Da un punto di vista neuroscientifico, è interessante esaminare le aree cerebrali coinvolte nella depressione. Le ricerche evidenziano che le aree prefrontale, il cingolo anteriore e il sistema limbico giocano un ruolo chiave. La depressione è associata a un’eccessiva attivazione del sistema limbico, la ridotta connettività tra la corteccia prefrontale e il sistema limbico, e il coinvolgimento di neurotrasmettitori come la noradrenalina, la serotonina e la dopamina.

L’esame approfondito degli impatti psicologici derivanti dagli infortuni sul lavoro e dalla sintomatologia post-traumatica sottolinea l’importanza di approcci terapeutici mirati. In questo contesto, l’evidenza scientifica di numerosi studi supporta l’efficacia degli interventi basati sulla mindfulness per mitigare gli effetti negativi sulla salute mentale dei lavoratori colpiti.

La mindfulness, definita come la consapevolezza intenzionale del momento presente senza giudizio, si è dimostrata una risorsa preziosa nel trattamento di disturbi d’ansia, depressione e stress post-traumatico. Molti studi hanno evidenziato come la pratica regolare della mindfulness possa contribuire a migliorare la gestione dello stress, potenziare la concentrazione, ridurre l’ansia e promuovere il benessere psicologico complessivo.

Le pratiche della mindfulness si concentrano sull’attenzione del momento presente, su un oggetto, al respiro, sull’osservazione consapevole delle sensazioni fisiche e sul riconoscimento e accettazione delle emozioni. Questi interventi si sono dimostrati particolarmente efficaci nel migliorare la consapevolezza emotiva e cognitiva, favorendo una prospettiva più equilibrata e resilienti nei confronti degli stressors.

Gli interventi basati sulla mindfulness offrono un approccio integrato che può aiutare le vittime di infortuni sul lavoro a gestire la sintomatologia post-traumatica, migliorare la qualità del sonno e favorire una più rapida ripresa psicologica. La consapevolezza e la presenza mentale promosse dalla mindfulness possono contribuire a ridurre l’impatto emotivo degli incidenti sul lavoro, facilitando così il processo di guarigione.

Tra i compiti e le sfide di un lavoro interdisciplinare tra Datore di Lavoro, RSPP, medico competente, psicologo nel valutare questi fenomeni, si ritiene fondamentale il rapporto di collaborazione tra questi, sottolineando che la competenza degli argomenti, in particolare si ritiene necessario il rapporto tra medico e lavoratore, sottolineando l’empatia e l’indipendenza da condizionamenti esterni siano cruciali per un intervento efficace.

In un lavoro del Dipartimento Di Medicina Preventiva (Fondazione IRCSS Policlinico Mangiagalli Regina Elena) (2) si identificano alcune tipologie di problemi psicosociali tra cui il disagio stress-correlato, la sofferenza da burnout e la patologia correlata al mobbing, fenomeni di ansia e depressivi. Si descrivono le caratteristiche di ciascuna tipologia e si evidenzia la necessità di interventi differenziati da parte del medico competente. Infine, si sottolinea che l’approccio clinico del medico competente richiede un impegno significativo, compreso il tempo dedicato al colloquio con il lavoratore, per comprendere e affrontare le diverse situazioni.

In conclusione, l’impatto psicologico degli infortuni sul lavoro va ben oltre i confini fisici, e la depressione può essere una conseguenza significativa. Comprendere i meccanismi neurobiologici coinvolti e adottare strategie di supporto psicologico potrebbe essere cruciale per garantire un reinserimento efficace e migliorare la salute complessiva dei lavoratori colpiti. La mindfulness si presenta come un’opzione di intervento valida e scientificamente supportata per affrontare le sfide psicologiche derivanti dagli infortuni sul lavoro. L’integrazione di queste pratiche nei protocolli di assistenza potrebbe rappresentare un passo significativo verso il miglioramento del benessere mentale dei lavoratori e la promozione di un reinserimento efficace nel contesto lavorativo e sociale.

sitografia:

  1. https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/n1428780643_le_vittime_di_infortunio_sul.html
  2. https://www.tecnostress.it/wp-content/uploads/2010/04/approccio-clinico-medico-competente.pdf