Blog

, , , , ,

PATENTE A CREDITI IN EDILIZIA: ECCO PERCHE’ POTREBBE NON FUNZIONARE

La patente a crediti in edilizia: ecco perchè potrebbe non funzionare

Dal 1/10/2024 sarà possibile presentare domanda sul Portale dei servizi dell’INL alla pagina: https://servizi.ispettorato.gov.it/

L’introduzione della patente a crediti nel settore edile, prevista dal D.M. Lavoro e Politiche Sociali del 18 settembre 2024 n. 132 e con alcuni chiarimenti dalla circolare INL n.4/2024, ha sollevato numerose questioni di carattere tecnico e giuridico.

Le imprese e i lavoratori autonomi che già operano in cantieri attivi, dovranno presentare una autocertificazione/dichiarazione via PEC (dichiarazione sostitutiva ai sensi del D.P.R. n. 445/2000). Questo strumento, nasce con i migliori presupposti, ovvero su un sistema di accumulo e decurtazione di crediti in funzione del rispetto delle normative di sicurezza, e dovrebbe essere concepito per incentivare comportamenti virtuosi e prevenire infortuni sul lavoro. Tuttavia, esaminando il funzionamento del sistema da una prospettiva integrata di tipo tecnica, ma soprattutto psicologica, facendo emergere alcune criticità.

Questo articolo cercherà di dare alcune indicazioni cercando di esaminare cosa potrebbe non funzionare sotto un profilo prevenzionistico.

1. Ritardi amministrativi e confusione normativa

Dal punto di vista amministrativo, il sistema della patente a crediti si presenta già con una lacuna temporale problematica. La normativa, approvata mesi prima della sua entrata in vigore, ha visto la pubblicazione del decreto attuativo a circa due settimane dell’introduzione della patente. Questo ritardo ha contribuito a portare confusione a migliaia di imprese, molte delle quali non sanno come adempiere a questi obblighi. Il fatto che il portale per la richiesta della patente non sia ancora operativo a pochi giorni dall’entrata in vigore, mette in luce l’inefficienza del sistema e il carico burocratico aggiuntivo per gli imprenditori, soprattutto per le piccole attività artigianali e i lavoratori autonomi.

2. Sistemi di autocertificazione: limiti e rischi

Il sistema di autocertificazione alla base della patente a crediti è un altro punto debole. Come evidenziato nella circolare INL 4/2024, la patente viene concessa a tutte le imprese che ne fanno richiesta, rimandando a controlli futuri la verifica della veridicità delle informazioni dichiarate. Questo meccanismo potrebbe creare un effetto paradossale: anziché prevenire infortuni, il sistema potrebbe incentivare un atteggiamento di facciata, con le imprese che adempiono agli obblighi solo formalmente, sapendo che i controlli potrebbero essere eseguiti anni dopo. La patente viene concessa a tutte le imprese che ne fanno richiesta, basandosi su un sistema di autocertificazione dei requisiti, senza un controllo immediato o approfondito di quanto dichiarato. Questo aspetto evidenzia un problema strutturale: la patente non è uno strumento di prevenzione reale, poiché l’efficacia dei requisiti e la conformità alle normative vengono verificate solo attraverso controlli successivi e ipotetici, spesso molto distanti nel tempo.

Dal punto di vista preventivo, ciò vanifica l’efficacia della patente e solleva domande sulla responsabilità penale in caso di incidenti, dato che la decurtazione dei crediti avviene solo dopo una sentenza definitiva, che può richiedere anni per essere emessa. In questo contesto, la lentezza della giustizia si trasforma in un vantaggio per le imprese che non rispettano le regole, compromettendo la protezione dei lavoratori.

3. Psicologia della motivazione e dipendenza dagli incentivi esterni

Secondo la Teoria dell’Autodeterminazione, la motivazione intrinseca è fondamentale per comportamenti sostenibili e responsabili. Un sistema di punteggio, se non equamente pensato, potrebbe trasformare il rispetto delle normative in un’attività meccanica, riducendo la responsabilità personale e la capacità di prendere decisioni informate e autonome.

Esaminando il sistema dal punto di vista psicologico, il rischio più evidente è che l’uso di un sistema di crediti e punizioni esterne possa orientare le scelte decisionali dei datori di lavoro in termini di problem solving su ciò che potrebbe essere utile allo scopo perdendo il significato su ciò che si può fare per se stessi da ciò che deve essere fatto per non perdere dei punti.

La patente a crediti funziona come un sistema in cui le imprese edili guadagnano o perdono punti (chiamati crediti) a seconda di come rispettano le regole di sicurezza sul lavoro. Più l’impresa rispetta le norme, più crediti può accumulare; se invece commette violazioni o causa infortuni, i crediti vengono decurtati. Se un’impresa perde troppi crediti, può subire conseguenze come la sospensione dell’attività.

Essendo il sistema basato su incentivi esterni (come premi o punizioni), e quindi sulla motivazione estrinseca, questo può avere un impatto negativo sulla motivazione intrinseca delle persone. Quando le imprese o i lavoratori sono motivati solo dal guadagno di crediti, potrebbero perdere il senso di responsabilità intrinseca verso la sicurezza e il rispetto delle regole. Potrebbero seguire le norme solo per evitare penalità, piuttosto che per un genuino desiderio di fare la cosa giusta.

La Teoria dell’Autodeterminazione suggerisce quindi che incentivi esterni, come i crediti, potrebbero ridurre la motivazione intrinseca delle persone, che in questo caso sarebbe il desiderio di rispettare le regole edilizie per una responsabilità etica o sociale. Se il comportamento viene incentivato solo attraverso un sistema di punti, le persone potrebbero perdere il senso di responsabilità personale, percependo le azioni come meccaniche e strumentali. Questo può portare a una riduzione della consapevolezza e di capacità di prendere decisioni complesse autonomamente, con effetti negativi sulle scelte a lungo termine, come il problem solving e il pensiero critico.

4. La tokenizzazione delle azioni e la disconnessione psicologica

La tokenizzazione delle azioni, trasformando le norme di sicurezza e i comportamenti virtuosi in semplici numeri o token, può portare a una disconnessione psicologica tra l’azione concreta e il suo reale significato. Le imprese potrebbero vedere il rispetto delle norme non più come una responsabilità civica, ma come un semplice gioco di gestione dei crediti. Questa riduzione delle azioni complesse in numeri porta a una disumanizzazione del comportamento e alla riduzione della consapevolezza, con il rischio che i valori etici fondamentali vengano trascurati a favore di una logica puramente strumentale.

5. Sovraccarico cognitivo e reattanza psicologica

Il sistema di crediti rischia anche di generare sovraccarico cognitivo per i piccoli imprenditori, in particolare per gli artigiani che non dispongono di risorse amministrative adeguate. Gestire i requisiti tecnici, fiscali e formativi per ottenere e mantenere la patente può essere complesso e costoso, soprattutto per le attività che non hanno dipendenti o che fanno affidamento su risorse esterne come commercialisti e tecnici. Questo carico cognitivo può ridurre la motivazione a partecipare attivamente al sistema, favorendo l’adozione di comportamenti superficiali o elusivi.

La Teoria della Reattanza Psicologica sostiene inoltre che, quando le persone percepiscono che la loro libertà di scelta viene limitata, tendono a reagire facendo esattamente l’opposto di ciò che viene loro richiesto. Alcuni imprenditori potrebbero sviluppare una resistenza attiva al sistema di crediti, vedendolo come un’ulteriore imposizione burocratica che limita la loro autonomia, spingendoli a comportamenti di sfida o a cercare modi per aggirare le regole.

6. Impatto sui lavoratori e sul sistema giudiziario

Un altro aspetto preoccupante è l’impatto che la sospensione cautelare della patente, in caso di gravi infortuni, potrebbe avere sui lavoratori delle imprese coinvolte. Se un’impresa subisce la sospensione della patente, i dipendenti rischiano di trovarsi senza lavoro, creando un problema sociale e di sicurezza economica per molti lavoratori, soprattutto in un settore come l’edilizia, dove la precarietà è spesso una realtà.

Dal punto di vista giuridico, la patente a crediti potrebbe anche contribuire ad un possibile aumento di pratiche dei tribunali. La rinuncia al patteggiamento da parte delle imprese, che preferiranno affrontare processi lunghi per evitare la decurtazione dei crediti, rischia di appesantire ulteriormente un sistema giudiziario già sovraccarico. Ciò potrebbe rallentare la risoluzione dei procedimenti, con effetti negativi sia per la giustizia che per la tutela dei lavoratori.

Conclusioni: un sistema da rivedere

In sintesi, il sistema della patente a crediti presenta alcuni limiti tecnici, giuridici e psicologici. Dal punto di vista giuridico, la mancanza di controlli immediati e la lentezza dei processi riducono l’efficacia preventiva della patente. Dal punto di vista tecnico e psicologico, senza pretesa di essere esaustivo, il sistema rischia di ridurre la motivazione intrinseca, favorire la disconnessione psicologica e generare sovraccarico cognitivo e reattanza. L’introduzione di questo strumento necessita di una revisione profonda per garantire che sia realmente efficace nella prevenzione degli infortuni e nella promozione della sicurezza sul lavoro, cercando di sviluppare soluzioni a lungo termine basate sullo sviluppo della consapevolezza senza generare effetti collaterali indesiderati sia sul piano sociale che economico.